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Come funziona Spotify Kids, l’app dedicata alla musica per i più piccoli

  • Spotify Kids è come l’app a cui tutti siamo abituati per ascoltare musica, ma con una libreria di circa 8.000 contenuti audio dedicati ai più piccoli e controlli sulle interazioni da parte dei genitori
  • Contenuti e UI cambiano mano a mano che il bambino cresce, così da dare forma a un ambiente costruito su misura dell’età degli utenti
  • Per realizzare l’app ci sono voluti più di 2 anni di ricerca, condotti principalmente da un team di editor che provengono da alcune delle aziende più importanti in ambito di content creation per i bambini

 

Spotify ha rivoluzionato il nostro modo di interagire con la musica ed è evidente come non ci sia posto migliore dove trovare qualcosa da ascoltare. Ma tra i più di 50 milioni di brani presenti sulla piattaforma, quanti di questi possono essere considerati child-friendly? Parliamoci chiaro: di musica su Spotify ce n’è tantissima, ma non tutte le canzoni sono state concepite pensando ai bambini.

Da qui nasce l’idea di Spotify Kids, una versione della celebre app di streaming musicale dedicata ai più piccoli. Annunciata nel 2019, attualmente è disponibile solo in Irlanda (la nazione dove è stata rilasciata la prima versione beta), Regno Unito e Australia. L’intento è quello di fornire la possibilità di un ascolto consapevole e sostenibile anche per bambini e ragazzi, sotto comunque un sapiente controllo dei genitori. Un’iniziativa, quella di Spotify, sicuramente orientata alla famiglia. L’app, non a caso, è disponibile (gratuitamente) solo per chi ha sottoscritto un piano Family.

Spotify Kids Setup from SpotifyCares on Vimeo.

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Spotify Kids: in cosa consiste

Spotify Kids è un’applicazione che si distingue dalla sua “sorella più grande”. Si comporta come la normale app a cui tutti siamo abituati, ma con una libreria di contenuti ridotta e controlli sulle interazioni che possono essere organizzati direttamente dai genitori dei piccoli utenti.

Le tracce presenti nell’app sono circa 8.000, giudicate da Spotify come adatte all’età di bambini e teenager. La libreria di canzoni, poi, si aggiorna man mano seguendo il ciclo di vita dell’app e di chi la utilizza. Quando si crea un account all’interno dell’app, infatti, si inserisce l’età dell’utente e si specifica con che tipologia di musica si vuole interagire. Spotify Kids, poi, provvederà a rendere disponibili le playlist migliori per l’età dell’ascoltatore.

I quindicenni, quindi, non saranno costretti ad ascoltare Baby Shark. Anche per bambini più grandi o teenager, comunque, vige la regola di “nessun contenuto esplicito” nelle canzoni per loro disponibili.

Musica bambino SpotifyMusica bambino Spotify

Questo approccio alla progettazione e le conseguenti caratteristiche mutevoli dell’app sono sicuramente uno dei punti di forza. Se consideriamo “bambini” tutti quelli nella fascia tra 1 e 18 anni, stiamo facendo riferimento a un gap generazionale molto ampio. E anche se pensiamo a specifici cluster che fanno riferimento ai periodi scolastici (ad esempio le scuole elementari, 6-11 anni), le differenze al suo interno si notano ancora, e molto, sia in termini di comprensione orale che scritta, oltre che per quanto riguarda i gusti e i comportamenti personali.

Differenziare il prodotto per garantire un’esperienza ottimale a seconda dell’età del target, quindi, è stato sicuramente uno tra gli aspetti vincenti per il design di Spotify Kids.

Spotify KidsSpotify Kids

La sfida: progettare per un’esperienza completamente dedicata ai più piccoli

“Spotify Kids è nata dal desiderio di creare un parco giochi del suono, solo per bambini – di costruire uno spazio dove i più piccoli possono esplorare le loro canzoni e storie preferite in un contesto che li fa divertire” – sono queste le parole usate da Alex Norström, Chief Premium Business Officer di Spotify, per descrivere Spotify Kids. 

La nuova app dedicata ai più piccoli, infatti, è stata concepita pensando solamente a loro, in ogni suo dettaglio. Le tracce audio, private di qualsiasi tipo di pubblicità, sono stati analizzate e scelte sapientemente da un team di editor che, insieme, contano più di 100 anni di esperienza nella creazione di contenuti per bambini. Provengono da realtà come Nickelodeon, Disney, Discovery Kids, Universal Pictures, e hanno avuto il compito di guidare la progettazione per un’esperienza nuova, che darà il benvenuto a una nuova generazione di “listeners”.

Alla progettazione child-centered dei contenuti audio, Spotify Kids aggiunge in quest’ottica anche altre componenti della sua UX. In termini di look & feel, ad esempio, l’app esplode di colori. Le vivaci componenti visuali guidano i piccoli utenti grazie anche a una navigazione semplicissima e testi ridimensionati. Prima di esplorare le funzionalità, si può anche personalizzare l’app con il proprio avatar e colore preferito. Ecco che quindi ci si trova davanti a qualcosa di completamente diverso dall’app tradizionale: Spotify Kids è stata creata partendo dalle capacità cognitive dei bambini, con un risultato che garantisce un’atmosfera divertente, luminosa, familiare, giocosa.

Spotify Kids UISpotify Kids UI

La UI, poi, varia insieme ai contenuti proposti nell’app. Per esempio, le illustrazioni per i bambini più piccoli sono caratterizzate da linee più morbide e basate su personaggi, mentre i contenuti visuali per i ragazzi più grandi sono più realistici e dettagliati. Questo perché anche la percezione di forme, testi e colori varia in base all’età. I bambini più piccoli, ad esempio, tendono a essere attratti dai colori primari o comunque da quelli più luminosi, perché la loro vista si sta ancora sviluppando. Man mano che l’utente cresce, però, i colori primari potrebbero non essere sufficienti per garantire un’esperienza soddisfacente.

Ecco, quindi, che va ripensata la palette sperimentando con nuove tonalità e sfumature. E per quanto riguarda il testo? Va da sé che dimensione del font e altre caratteristiche non vanno pensate come se si stesse progettando per un adulto. E non si tratta solo di visual design: progettando un’app come Spotify Kids si è pensato anche a un vocabolario semplice e intuitivo, oltre a ridurre al minimo i contenuti più descrittivi.

In ogni caso, quando ci si dedica alla progettazione per i bambini come nel caso di Spotify Kids, si deve considerare che il loro sistema cognitivo è ancora in fase di sviluppo. Le loro abilità di ragionamento, infatti, sono più deboli di quelle degli adulti. Come insegna il Nielsen Norman Group, “per aiutarli a utilizzare un’interfaccia, i design dovrebbero mostrare istruzioni chiare, specifiche, sfruttando i modelli mentali dei bambini e le loro conoscenze pregresse”.

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Musica, UX e bambini Musica, UX e bambini

La ricerca e gli eventuali sviluppi futuri

Il lancio di questa novità, ad ogni modo, non ha comportato pochi sforzi per Spotify. Spotify Kids è il risultato di più di 2 anni di ricerca, che sta continuando grazie alle interazioni quotidiane degli utenti che hanno scaricato la nuova app nelle nazioni in cui è stata rilasciata. I dati che sono stati utilizzati provengono da un grande numero di organizzazioni in giro per il mondo. Il contributo, poi, è stato dato anche da moltissimi genitori che hanno collaborato alla creazione di un prodotto fatto su misura per loro e per i loro bambini, per la famiglia.

La nuova app, infatti, non soddisfa solo i bisogni dei bambini ma anche dei loro genitori. Questi ultimi, infatti, potranno dormire sonni tranquilli, avendo pieno controllo sui contenuti con cui i loro figli potranno interagire.

L’esperienza per cui il team di Spotify ha lavorato è dedicata alle famiglie ed è grazie a quest’ultime che l’azienda vuole migliorare. Gli obiettivi per il futuro, infatti, riguardano miglioramenti sui controlli parentali per consentire maggiore personalizzazione. Inoltre, si parla di allargare l’esperienza di ascolto oltre la musica, ampliando la libreria ad audiolibri e storie e includendo podcast. Attualmente non sembra che ci si voglia spingere fino all’integrazione di assistenti virtuali come Alexa e Google Home, sulla cui interazione con i bambini si sta iniziando a parlare molto.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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