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I miti sulla creatività a cui dovremmo smettere di credere per liberare il nostro potenziale

  • La creatività, anche se non insegnata sui banchi di scuola, risponde a determinate regole tecniche, pratiche e di comportamento
  • Quando parliamo di creatività non dobbiamo riferirci solo ad ambiti fantasiosi o a soluzioni stravaganti. L’obiettivo della creatività, soprattutto oggi, è la ricerca e la realizzazione di idee che abbiano valore e che siano efficienti e funzionanti

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Oggi più che mai, in ogni ambito professionale, si ricercano le figure creative. Ma chi sono, dove si nascondono e come vengono definiti i creativi?

Alcuni li immaginano come creature mitologiche, metà unicorno e metà distributore automatico di fantasia. In realtà, tutti possiamo esserlo o potremmo diventarlo, basti tener presente che la creatività risponde a determinati processi tecnici e strategici.

La società, la tecnologia e molte professioni ci hanno mostrato l’eccezionalità di idee, applicazioni e creazioni come frutto di un pensiero fuori dal normale, come un’intuizione extra-ordinaria. Un imprenditore, un designer, artista o pubblicitario: il creativo diventa il protagonista del mondo, capace come pochi di aver saputo trovare la chiave per cambiare il punto di vista attorno a noi. Ma dietro c’è molto di più.

La predisposizione al diverso è sicuramente quella pulsione in più, quella abilità fondamentale per sviluppare varietà di idee, ma di certo non si può trasformare da sola in creatività.

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Ma quindi, cos’è la creatività e cosa significa essere creativi? La tematica è ampia e spesso trattata con superficialità, possiamo però provare a sfatare alcuni miti a riguardo.

La creatività è una dote per pochi eletti

Il talento non è tutto. La creatività non è una dote degli “illuminati”: fa parte di un lungo processo che ognuno di noi potrebbe seguire per raggiungere gli obiettivi prefissi. Le costanti fondamentali che guidano questo processo sono il tempo e l’impegno.

Forse per questo non tutti riusciamo ad essere creativi. Succede spesso, in ogni ambito comunque, di avere poca costanza e di voler sbrigare tutto e subito, trovare una soluzione nel minor tempo possibile. Il tempo è invece nostro alleato e va a braccetto con l’impegno e la dedizione verso un’idea, o meglio verso il processo che genera un’idea funzionante.

Creatività è sinonimo di nuovo

Ideare qualcosa di nuovo e mai pensato è di sicuro un vantaggio ma è doveroso ricordare che l’autenticità non spesso coincide con funzionalità.

Creatività è pensare le cose in modo diverso, originale, trovare una soluzione alternativa o rielaborare qualcosa che è già efficiente. Trovare nuove combinazioni per idee già esistenti, aggiungere, migliorare, diversificare: essere creativi significa giocare con l’autenticità e riuscire a dare un nuovo valore a qualcosa che magari già conosciamo.

È il lampo di genio

Avere creatività non significa avere frequenti lampi di genio. Certo, l’illuminazione improvvisa e geniale potrebbe anche arrivare, ma deve essere sempre supportata da altre variabili che diano modo all’idea di generarsi e di funzionare in ogni relativo ambito.

Il lampo di genio, o meglio il lampo di processo, dovrebbe arrivare dopo aver analizzato la situazione ed aver seguito una strategia che valuti e soprattutto metta in discussione l’idea stessa. Trovare motivazioni a supporto o soluzioni a possibili falle dell’idea significa mettere in discussione prima di chiunque altro la veridicità del progetto.

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Concentrare tutte le attenzioni sull’idea

Il processo creativo non si conclude in breve tempo ma neanche dopo una maratona di brainstorming.

La mente ha bisogno di “cambiare aria” per evitare di rimanere incastrata in elaborazioni viziate. Avere a lungo sott’occhio un percorso guidato da suggerimenti e informazioni rischia di influenzare il nostro pensiero finendo di incanalarci in un’unica strada che impedisce di vedere delle alternative.

Potrebbe sembrare una perdita di tempo ma per sbloccare la mente è utile uscire e fare una passeggiata. Guardarsi attorno, tendere lo sguardo più lontano, dedicarsi ad altro, stimolerà il pensiero e ulteriore creatività verso diverse soluzioni.

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Innamorarsi perdutamente della propria idea

Capita molto spesso, soprattutto nell’ambito pubblicitario. Avere un’idea favolosa e talmente originale di cui ci si innamora. Anche se nata da un processo di elaborazione creativo, che assume un senso e che per noi ha piena validità, purtroppo in alcuni casi non coincide con la risposta corretta alla domanda che il mercato o il cliente pone.

Combattere per quella idea può rivelarsi fallimentare. Meglio far riposare l’idea: lasciarla ferma, scritta e motivata su un foglio per poi riaffrontarla e rivalutarla il giorno seguente. Liberata la mente si riuscirà di sicuro a essere più obiettivi e a valutare ciò che è stato creato con maggiore distacco.

Essere creativi significa anche rinunciare a ciò che per noi è “egoisticamente” perfetto ma che non corrisponde alla percezione o al valore che gli altri attribuiscono alla stessa idea.

Avere creatività per smettere di imparare

Per essere creativi non è necessario possedere un titolo di studio. Nonostante questo, è importante ricordare che senza tecnica, esperienza ed allenamento non si va da nessuna parte.

Probabilmente la creatività non si insegna a scuola ma i libri fondamentali di cui non potremmo fare mai a meno sono quelli della curiosità, della passione, dell’esercizio e dell’attenzione verso quello che abbiamo attorno. Creatività significa non smettere mai di imparare, sognare e trovare soluzioni utili e di valore.

Una considerazione in più sulla creatività

Nel 1968, George Land (con Beth Jarman) condusse una ricerca per testare la creatività di 1.600 bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni che erano stati iscritti a un programma Head Start – un progetto per promuovere la prontezza scolastica dei bambini provenienti da famiglie a basso reddito per sostenere il loro sviluppo in modo globale.

Lo stesso test di creatività fu utilizzato alla NASA per aiutare a selezionare ingegneri e scienziati innovativi. La valutazione funzionò così bene che Land decise di provarlo sui bambini, testando nuovamente gli stessi bambini a 10 anni e di nuovo a 15 anni.

Il test puntava a esaminare un problema e trovare idee nuove, diverse e innovative. I risultati furono sorprendenti: la percentuale di persone che al “Livello Genio” erano

  • tra i 5 anni: 98%
  • tra i 10 anni: 30%
  • tra i 15 anni: 12%

Con lo stesso test somministrato a 280.000 adulti (età media di 31 anni) la percentuale era del 2%.

Secondo Land, la ragione principale di questo risultato è che ci sono due tipi di processi di pensiero quando si tratta di creatività:

  • pensiero convergente:  giudichi le idee, le critichi, le raffini, le combini e le migliori. Tutto ciò accade nel tuo pensiero cosciente
  • Pensiero divergente: immagini nuove idee, originali che sono diverse da ciò che è venuto prima, ma che possono essere difficili da individuare subito. Spesso si tratta di un processo inconscio.

A scuola si tende a insegnare ai bambini a usare entrambi i tipi di pensiero allo stesso tempo. In realtà questo è impossibile, o almeno molto difficile.Bisognerebbe invece permettere alle persone di dividere i loro processi di pensiero nei vari stati diversi, per renderli più efficaci.

Il modo migliore per farlo è quello di passare da un primo stadio in cui liberare la mente facendo fluire le idee, e solo in seguito sedersi per valutarle e iniziare a lavorare su quelle che si ritiene possano essere le migliori.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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