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Siamo stati al World Marketing & Sales Forum di WOBI. Che cosa è successo

“Bisogna fare distinzione tra quanto è disposto a pagare il consumatore e qual è il valore insito nel prodotto: non sono la stessa cosa”. E ancora. “Il primo step per creare valore è legato all’accesso: devo assicurare al cliente il prodotto ogni volta che ne ha bisogno. È un aspetto fondamentale”. Parola di Marco Bertini, Professore Associato, a capo del Dipartimento di Marketing presso l’ESADE Business School di Barcellona, cofondatore dell’Institute for Data-Driven Decisions dell’ESADE. È uno dei più importanti esperti a livello mondiale nella progettazione e implementazione di strategie finalizzate a creare un beneficio duraturo per i clienti. Ed è stato tra i protagonisti che questa mattina hanno aperto a Milano il World Marketing & Sales Forum di WOBI, una due giorni dedicata all’impatto del digitale sul mondo del marketing, delle vendite e della comunicazione.

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Il primo giorno al Meliá Milano

Al Meliá Milano CEO, direttori e manager hanno discusso delle nuove sfide poste da un mondo connesso, omnicanale e sovraccarico di informazioni. Quali strategie consentono di comprendere le abitudini dei consumatori? Come si può rimanere rilevanti nel contesto attuale, e con quali strumenti? Quale approccio può essere adottato per creare una strategia differenziale? Questi e altri interrogativi di grande attualità saranno al centro del dibattito che coinvolgerà i numerosi speaker internazionali che si sono alternati nella sala meeting del Meliá.

Robbie K Baxter

Martin Lindstrom e la sua Legoland

Il 12 giugno interverrà Martin Lindstrom, futurologo dei brand e pioniere della psicologia del consumatore, che ha spiegato come costruire un percorso di trasformazione del brand e di costruzione della marca attraverso un approccio che si rivolge sia all’intelletto che ai cinque sensi del consumatore, prendendo spunto anche da elementi di neuroscienza. “Voglio raccontarvi una storia – ha aperto la sua sessione Lindostrom – amo i Lego e nel giardino di casa creavo la mia legoland. Ma la vedevano solo papà e mamma, allora ho chiesto aiuto ad uno sponsor locale e pochi giorni dopo i visitatori sono diventato 30″.

Li ho sempre amati. I “Lego – ha ricordato li ho sempre amati – ero un bambino e vedevo l’azienda con gli occhi di un consumatore. Avevo 12 anni. Poi nel 2004 inizia una nuova storia. I Big Data continuavano a mandare lo stesso messaggio, ma 2005 le vendite sono scese del 31% e tutto è crollato”. A quel punto hanno deciso di consultare anziché i Big data, gli small data. Qui ci ha spiegato cosa sono.

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Source: http://www.ninjamarketing.it/

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