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WeWork ha deciso di non quotarsi. In arrivo invece tagli e “decisioni difficili”

WeWork ha annunciato che ritirerà la sua richiesta per quotarsi in borsa, almeno per ora. Artie Minson e Sebastian Gunningham, co-CEO, hanno dichiarato che la società ha deciso di “rimandare la IPO per concentrarsi sul core business, i cui fondamentali rimangono forti”. Hanno anche segnalato che intendono ancora rendere pubblica la società: “Abbiamo tutte le intenzioni di rendere WeWork una società pubblica e cercheremo di farlo in futuro”. Quindi i due AD hanno ribadito la loro intenzione di quotare WeWork in futuro, ma non hanno fornito ulteriori indicazioni sul  quando.

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Piano di tagli e decisioni difficili

Piuttosto, come ha riportato il Wall Street Journal, all’orizzonte ci sarebbe un piano per ridurre i costi: Sebastian Gunningham e Artie Minson stanno pianificando tagli ai posti di lavoro (secondo il Guardian in 5 mila rischiano il posto), mettendo in vendita attività estranee ed eliminando alcuni dei lussi che si era concesso Neumann , come il jet G650ER acquistato per oltre 60 milioni di dollari l’anno scorso. La scorsa settimana Gunningham e Minson hanno inviato allo staff una e-mail congiunta in cui si “anticipano decisioni difficili in vista”.

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Dalla richiesta al rinvio

WeWork aveva presentato richiesta per sbarcare in borsa lo scorso 14 agosto ma è stata costretta a rimandare l’IPO lo scorso 17 settembre dopo che alcuni investitori avevano avanzato perplessità su perdite, esposizione debitoria e sulle valutazioni dell’azienda.

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Dopo le dimissioni di Neumann

L’annuncio del rinvio è arrivato sei giorni dopo l’avvicendamento al vertice della società, con le dimissioni del co-founder Adam Neumann e l’arrivo di Mainson e Gunnigham.

I numeri

Neumann è considerato l’artefice del successo della rete di coworking : la società trasforma gli edifici in spazi di lavoro collaborativi e fornisce infrastrutture, servizi, eventi e tecnologia alle aziende. A gennaio 2019 ha raggiunto una valutazione di 47 miliardi, raccogliendo 8,4 miliardi da quando nel 2010 è stato fondato da Adam Neumann e Miguel McKelvey. Tra i suoi investitori ci sono gruppi come SoftBank, Benchmark, T. Rowe Price, Fidelity, Goldman Sachs. La società con sede a New York ha raddoppiato i suoi ricavi dagli 886 milioni di dollari del 2017 ai circa 1,8 miliardi del 2018, con perdite nette che hanno però toccato quota 1,9 miliardi. Oggi, tra già aperte o in arrivo, la rete di WeWork conta 834 sedi in 126 città.

12 miliardi dagli investitori

WeWork ha raccolto oltre 12 miliardi di dollari dagli investitori. Ma, a fronte di una forte crescita del network, degli spazi di coworking e delle scrivanie affittate, non ci sarebbe stata una crescita altrettanto solida del business.

Qualcosa non funzionava

Tra gli investitori ha cominciato a circolare il dubbio che qualcosa nel sistema WeWork non funzionasse a dovere. E nelle ultime settimane hanno cominciato a criticare la capacità della società di generare utili. L’ex amministratore delegato Neumann è finito nel mirino, criticato sia per alcune operazioni che per alcuni comportamenti nella sua vita privata. Le pressioni degli investitori lo hanno costretto a dimettersi il 24 settembre.

Source: http://www.ninjamarketing.it/

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