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I droni vengono usati contro il rischio estinzione delle antilopi in Niger

Quando senti parlare di animali in via di estinzione, la maggior parte delle volte si tratta di rinoceronti, elefanti, tigri e altri animali possenti. Molto meno noto è il dramma che sta vivendo nel Niger l’antilope Addax.

Conosciuta anche come antilope dalle corna a vite, è un animale che vive in alcune regioni isolate del deserto del Sahara e rischia di estinguersi perché gravemente minacciata dal bracconaggio e dal massiccio disturbo provocato dalle installazioni petrolifere gestite dalla China National Petroleum Corporation (CNPC).

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antilopi_addax_wwf Fonte @WWF

Negli ultimi anni era stata registrata la presenza di circa 200 antilopi, ma la situazione è velocemente precipitata. Nel marzo 2016, stando a quanto afferma un’indagine condotta dalla IUCN (Unione  Internazionale per la Conservazione), con Sahara Conservation Fund e l’ONG Noè, si è arrivato addirittura a contarne soltanto 3 esemplari in Niger.

L’ultimo rifugio rimasto per le pochi antilopi sopravvissute è la zona protetta più grande dell’Africa, il National Nature Reserve Termit & Tin-Toumma, in Niger orientale.

Creato nel 2012, il Termit & Tin Toumma si estende per oltre 97.000 chilometri quadrati (37.500 miglia quadrate), oltre tre volte le dimensioni del Belgio e parte del parco si trova nel bacino del lago Ciad.

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La tecnologia a servizio della salvaguardia ambientale

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Addax-antilopi-sahara-conservation Fonte @Sahara Conservation Fund

Il Niger si sta ora rivolgendo, grazie alla partnership con l’ONG Noè, ai droni come mezzo di sorveglianza e protezione delle antilopi nella riserva naturale di Termit & Tin Toumma.

I droni saranno utilizzati per monitorare non solo le antilopi Addax in via di estinzione, ma anche le gazzelle e i ghepardi che vivono nel parco. La tecnologia dei droni verrà dunque utilizzata a difesa della biodiversità: un uso innovativo, che è possibile solo grazie alla capacità di queste macchine di sorvolare e mappare aree altrimenti difficili se non impossibili da raggiungere e controllare.

È interessante notare che proprio una società francese chiamata Noè – come il patriarca che nel Vecchio Testamento salvò con un’arca tutti gli esseri viventi dall’estinzione per causa del diluvio universale – abbia ottenuto il contratto di 20 anni per fornire i droni e tutti i servizi associati relativi al monitoraggio degli animali.

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I progetti strategici sui droni in Africa

A proposito di questi mezzi innovativi c’è però da considerare che gli Stati Uniti proprio in Niger sarebbero in fase di costruzione di una base per droni, secondo alcune fonti. Si tratterebbe di una base costruita a lunga distanza, un progetto molto ambiziose, come ha commentato l’esperto Dan Gettinger, co-fondatore del Centro per lo studio dei droni al Bard College.

Potrebbe essere solo una coincidenza che un’azienda europea stia preparando l’uso di droni per monitorare la fauna selvatica per un periodo di 20 anni nello stesso paese in cui gli USA stanno costruendo una base militare per droni da 240 milioni di dollari, o c’è forse qualche motivo strategico nascosto?

Mentre c’è chi solleva questi dubbi, si spera che con l’introduzione dei droni le povere antilopi potranno almeno essere protette dal bracconaggio.

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Source: http://www.ninjamarketing.it/

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